giovedì 19 maggio 2011

Vita e declino di un cinematografo di serie B nel cuore di Lecce: il Cinema Odeon

Appena entrati dalla monumentale Porta Rudiae, nel cuore del Centro storico di Lecce, la piccola saletta cinematografica ricavata da un salone della Manifattura Tabacchi è arroccata in cima ai suoi sette gradini. Quasi tutti sanno che nasce come cinema a luci rosse negli anni '60, ma forse non tutti sono al corrente che questo luogo, era stato affidato al CRAL (Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori) della Manifattura stessa per "ri-creare" lo spirito degli operai ... e il CRAL fece una convenzione col Sig. Rollo, attuale gestore.

Nel 1975, quando ero presidente provinciale dell'ARCI (Associazione Ricreativa Culturale Italiana) provammo a interloquire col gestore (lo stesso di oggi) per proporre il nostro catalogo (film per lo più di ispirazione sociale e culturale, tra i tanti vi era anche il primo film di Nanni Moretti (Io sono un autarchico) ma ricevemmo un netto rifiuto. D'altronde era improbabile la convivenza di Coscialunga con Libera amore mio di Mauro Bolognini, in cui Claudia Cardinale impersona la forza delle donne nella resistenza o Edwige Fenech e Gloria Guida con Ingrid Bergman e Giulietta Masina ...

Ricordo che fu un’aspra battaglia per cercare di portare nel cinema Odeon, arroccato sulla cinematografia erotica, una programmazione realmente ricreativa e culturale in quel luogo che consideravamo scippato ai lavoratori della Manifattura. Ma era il periodo in cui queste pellicole di serie B (fatte proprio per i circuiti minori di provincia, anche nel Teatro Paisiello si proiettavano le erotic movies) incontravano il gusto (sic!) di molti, compresi insospettabili intellettuali, come il poeta Vittorio Pagano che incontrai all'uscita della prima proiezione di Walalla la vergine di ferro e mi confessò, in versi baciati, il suo interesse in quel genere.

Il Cinema Odeon, dunque, è stato caratterizzato da questa scelta erotico-popolare per lungo tempo che lo ha marchiato come cinema di serie B fino alla scomparsa del genere erotico, diventando poi un cinema di seconda visione. Ma quando questa fu abolita dal mercato cinematografico non rimaneva molta scelta. A Lecce sono sopravvissute le sale parrocchiali (Antoniano e Salesiani) che, in qualche modo, hanno cercato di attrarre pubblico con Rassegne di film d'autore o ospitando Cineforum.

L'Odeon non restava che scegliere la via del cinema di qualità senza però averne la capacità strutturali e organizzative: la saletta angusta, non perfettamente insonorizzata, le pareti non scure, proiettori non proprio nuovissimi la facevano somigliare di più ad un cinebus che ad un cinematografo. Non ha un sito in internet, il suo account in Twitter ha solo 20 contatti, al telefono raramente rispondono prima delle 20...

È chiaro che per ospitare un cinema di qualità non basta noleggiare il film e proiettarlo, occorre dissodare il terreno, fare opera di aggregazione, comunicare con il proprio pubblico, instaurare relazioni col tessuto sociale... niente di tutto questo è stato fatto. È così che Giovannona coscialunga, tentando invano di ingentilirsi con abiti preziosi che non facevano intravedere più le sue formosità, è rimasta senza spettatori.

Il cinema è un fenomeno in continua trasformazione, ha una storia alle spalle, è come un corpo vivente che si adatta ai nuovi stimoli sociali e tecnologici, un buon imprenditore deve capire e vivere questi mutamenti ma, soprattutto, essere in contatto con la società civile... per migliorarla, aggiungerei.

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